Articolo a cura di Lucia Sandiano.
L’articolo 9 della Convenzione ONU dei Diritti all’Infanzia (1989) esplicita che “ogni minore ha diritto a mantenere relazioni con entrambi i genitori e con i propri parenti significativi, quando ciò non sia in contrasto con il suo maggior interesse”.
In questa ottica si inserisce il Luogo Neutro, che consiste nell’attivazione di incontri protetti fra bambini e adulti e rientra tra le prestazioni rivolte alla tutela dei minori e al contemporaneo sostegno delle relazioni familiari.
Ne parliamo in questo articolo.
Cos'è e come funziona il luogo neutro?
Si tratta di uno spazio appositamente pensato per far incontrare i minori e i familiari significativi quando i normali rapporti non siano possibili per vari motivi, siano problematici o, ancora, siano da tempo interrotti.
Possono esserci difficoltà nate da situazioni di separazione o divorzio conflittuale oppure per particolari problemi dei genitori non affidatari (ad esempio alcolismo, tossicodipendenza, problemi psichici, situazioni di abuso e maltrattamento, trascuratezza, carcerazione) che non garantiscono l’adeguatezza di incontri liberi.
Si definisce “protetto” perché garantisce la tutela del minore con la costante presenza di professionisti tra cui educatori professionali, assistenti sociali, psicologi, mediatori familiari che fanno parte di una équipe specifica e appositamente formata.
L’aggettivo “neutro” deriva dall’intenzione di mettere a disposizione dei bambini un luogo e un tempo “altro”, neutrale rispetto ai conflitti, nel quale poter sperimentare relazioni il più possibile serene con i genitori.
Quando viene attivato il luogo neutro e da chi?
In condizioni di separazioni conflittuali, di gravi trascuratezze nell’esercizio della funzione genitoriale, ovvero da comportamenti abusanti sul piano fisico, sessuale, psicologico, l’Autorità Giudiziaria ha il dovere di intervenire, accertando i fatti, osservando i comportamenti e valutando l’eventuale pregiudizio causato al bambino. L’attivazione del Luogo Neutro avviene pertanto su disposizione del Tribunale e/o su richiesta del Servizio Sociale.
La presa in carico della situazione da parte degli operatori si realizza attraverso la formulazione di un progetto che vede coinvolte tutte le figure professionali che hanno in carico i minori e i loro familiari e nel quale vengono definite modalità, tempi e durata degli incontri.
Al momento dell’attivazione del percorso, l’équipe educativa elabora il piano che comprende sia l’aspetto organizzativo (firma del regolamento con accettazione delle regole di funzionamento, orario, accompagnamento, calendario, rete dei servizi, ecc) sia gli obiettivi dell’intervento stesso.
Chi può partecipare agli incontri?
Agli incontri possono accedere esclusivamente le persone esplicitamente autorizzate dal provvedimento dell’Autorità Giudiziaria o dal Servizio Sociale. L’operatore presente ha la
facoltà di interrompere l’incontro e darne segnalazione in caso di alterchi, comportamenti non adeguati o gravemente lesivi della sicurezza e sensibilità del minore.
Periodicamente gli operatori redigono una relazione di aggiornamento che invieranno agli organi competenti che ne ha decretato l’avvio. Contiene la descrizione di quel che avviene all’interno del Luogo Neutro per permettere al Giudice di avere un quadro della relazione e consentire un’attenta valutazione della situazione.
Cosa rappresenta il Luogo Neutro per il bambino e per il genitore?
Il Luogo Neutro rappresenta quindi uno spazio deputato ad accogliere genitori e figli, facendo attenzione sia nel salvaguardare le radici generazionali sia preoccupandosi della qualità delle relazioni esercitando funzioni di protezione del minore e, nel contempo, di osservazione, sostegno e controllo della genitorialità.
Per il bambino il Luogo Neutro risponde al bisogno profondo di radici e appartenenza.
Permette di dare significato alle proprie origini, alla propria storia, alla propria identità, cercando di arginare frammentazioni e scissioni nel dipanarsi delle sue relazioni familiari.
È il riconoscimento del bisogno di salvaguardare, per quanto e fin dove è possibile, la relazione affettiva ed educativa con entrambi i genitori, al di là delle vicende che potrebbero impedirne la continuità, come condizione che maggiormente garantisce una prospettiva di crescita sana e equilibrata, nonché l’acquisizione di una identità adeguata.
Per il genitore il Luogo Neutro corrisponde alla possibilità di mantenere o ripristinare la relazione, esercitando e consolidando i diritti e doveri connessi ad una responsabilità genitoriale piena o limitata dall’Autorità Giudiziaria.
Nella realizzazione di tali incontri, è evidente come la difficoltà di gestione del conflitto all’interno di alcune coppie genitoriali si rifletta inevitabilmente sui figli che assistono alla tensione crescente, diventando loro stessi oggetto su cui si concentrano e incrementano le discussioni. La separazione assume pertanto una connotazione in cui ogni parola, gesto, azione dell’ex coniuge viene interpretata e diventa fonte di appesantimento del conflitto.
La fine del rapporto di coppia rimanda ad una immagine di fallimento di un progetto di vita che non riesce più a soddisfare i bisogni profondi affettivi e di sicurezza, anche solo nella sfera dell’immaginario. Anche quando è stata anticipata da un lungo periodo di tensione, di allontanamenti provvisori, di riavvicinamenti mancati, la separazione è sempre traumatica, perché confronta i partner con un inevitabile cambiamento.
Quando i conflitti di coppia diventano altamente intensi ne deriva un quadro di relazioni estremamente impoverito e segnato da una contrapposizione esasperata che svuota il dialogo di ogni contenuto, riducendolo ad alternati e reciproci attacchi aggressivi.
In situazioni di estremo conflitto, in ogni genitore si evidenzia una rigidità nelle idee e nei sentimenti che rende difficile comunicare.
L’incontro protetto è uno spazio in cui possono emergere aspetti legati alla mancanza di rispetto reciproco, alla strumentalizzazione, al tentativo di manipolare e schierare i figli al proprio fianco.
In queste situazioni, l’obiettivo degli incontri è quello di sostenere la riconquista di una relazione genitore-figlio più responsabile e funzionale.
Il lavoro degli operatori sarà quindi incentrato a favorire la creazione di un’esperienza con un valore “trasformativo”. Il genitore sarà aiutato a riflettere sul proprio ruolo genitoriale e a gestire, in modo più adeguato, i sentimenti conflittuali nei confronti dell’altro genitore.
Lo spazio offerto dal Luogo Neutro può essere pertanto occasione di riflessione rispetto all’accresciuta complessità della vita individuale e familiare, mettendo al centro i concetti di interesse e di benessere del minore e di genitorialità adeguata.
Dott.ssa Lucia Sandiano
Laureata in Pedagogia, è Mediatrice Familiare e penale. Nell’esperienza pluriennale in ambito sociale, educativo e pedagogico, ha approfondito le tematiche e la gestione di situazioni di marginalità e disagio sociale rispetto a minori, sostegno alla genitorialità, problematiche
psichiatriche e migrazione.