Articolo a cura di Chiara Mancuso
Il tempo è la dimensione che regola gli istanti della nostra quotidianità. Tic- tac è quel rumore fastidioso delle lancette, che accelera il nostro pensiero al quale segue una serie di azioni frettolose affinché tutto possa essere svolto in tempi stabiliti e prestabiliti.
La nostra vita ci accompagna in questa danza scandita da un ritmo accelerato e dinamico, che quando ci dicono di fermarci continuiamo a muovere una o più parti del nostro corpo, perché non riusciamo a prenderci tempo per fare un respiro profondo , osservare intorno a noi che cosa accade e stare ad osservare.
Qual è uno dei più grandi bisogni dei bambini?
Sembra andare un poco controcorrente, considerarsi un po’ Ribelli ma è uno dei più grandi bisogni che hanno oggigiorno i bambini e soprattutto uno dei valori da coltivare nello stare insieme a loro. I bambini hanno bisogno di un tempo lento. I bambini non hanno bisogno di fare tante cose.
Passare del tempo insieme non è, metaforicamente parlando, un vaso da riempire di “cose da fare” e più si “fanno cose” più sembra che il tempo sia stato migliore. Possiamo fare esperienza di tante occasioni di svago, divertimento, apprendimento da un punto di vista di quantità, ma quello che è importante che resti è la qualità di ciò che si vive. Che cosa ci offre quel tempo insieme a lui, quale emozione? Ci siamo ascoltati? Ci siamo visti? Siamo stati accanto uno con l’altro.
Stare Accanto, stare in Attesa, stare in Ascolto
Che parola meravigliosa è starà accanto alle bambine e ai bambini. Stare accanto è un modo di essere, dove non sto davanti a guidare oppure dietro a controllare ma a fianco di e ciò comporta attenzione, cura e grande impegno. Bisogna allenarsi a camminare spalla a spalla, ad osservare senza anticipare sempre, e a rispettare il tempo che talvolta richiede dei momenti di stop che si chiamano attese
C’è un’altra parola che cammina a braccetto con le parole Accanto e Attesa, che volutamente voglio valorizzare scrivendole con la lettera maiuscola ed è stare in Ascolto. Il maestro Zavalloni, nel suo libro “La Pedagogia della Lumaca” si interroga su questo tempo senza attese che viviamo quotidianamente chiedendosi e chiedendoci, se davvero siamo capaci di fermarci ed ascoltare i nostri bambini per poter accogliere e raccogliere i loro bisogni. L’espressione che utilizza Rousseau “perdere tempo è guadagnare tempo”, potrebbe essere un invito, in questo contesto, a perdere tempo ad ascoltare e parlare insieme, perdere tempo per rispettare i tempi di tutti, per condividere e crescere.
La società spinge verso il profitto, la vittoria...la sfida è creare uno spazio per stare.
In una società basata sul profitto, sulla vittoria e sul guadagno, il significato che vuole avere la parola perdere è una sfida, un affronto e una tras-formazione del valore delle parole e un reale spazio per stare con i bambini in modo autentico, dove coltivare aspetti della loro crescita come, per esempio, l’ “autonomia”. Gli offro un tempo per fare da solo, per sperimentarsi, per mettersi in gioco nella quotidianità perché ricordiamoci che i migliori apprendimenti sono nella vita reale passata insieme a loro dove li rendiamo protagonisti e non oggetti da esposizione.
Vorrei offrire ancora un rilancio, utile per riflettere su che cosa significa fermarsi nelle esperienze con i nostri bambini, attraverso una bellissima lettura di un Albo Illustrato dal titolo “ Aspetta”, scritto da A. Porti ed edito dalla Casa Editrice Il Castoro. Un’occasione per riflettere sull’atteggiamento dicotomico dell’adulto e del bambino, della fretta e della calma, del non essere più capaci di ascoltare e del desiderio e la meraviglia di conoscere.