Articolo a cura di Alessia Di Paolo

Le coppie coniugali in crisi si chiedono sovente quale sia il periodo migliore per separarsi in modo da arrecare minor danni possibili all’equilibrio e alla crescita sana dei propri figli.

Per i figli, non esiste un’età migliore o peggiore in cui affrontare la separazione dei genitori, ma esiste sicuramente una modalità più appropriata rispetto ad un’altra nel sostenere la fine di un rapporto così importante che va a coinvolgere e a minare l’organizzazione e l’assetto di vita creato ed esperito fino a quel momento.

Molti genitori che vivono difficoltà di coppia e che vorrebbero divorziare tendono a protrarre a lungo lo stare insieme finchè i figli non diventino almeno adolescenti, in quanto ritengono che questi ultimi possano affrontare la loro separazione con maggior consapevolezza, maturità e meno dolore. 

In realtà, i disagi che potrebbero emergere nei bambini o nei ragazzi, si diversificano in base all’età e alla loro peculiare maturazione e predisposizione personale. Appare evidente che più i figli vengono coinvolti nell’alta e ripetuta conflittualità genitoriale, maggiore sarà la probabilità di vedere in loro reazioni avverse sia da un punto di vista emotivo che comportamentale.

Cosa succede durante l'adolescenza?

Durante questa fase di sviluppo si assiste ad un importante processo di trasformazione psichica e fisica. Il bambino acquisisce le sembianze di un giovane adulto attraverso il quale la mente ed il corpo cambiano notevolmente. 

Genitori, insegnanti e adulti che si occupano di adolescenti, molto spesso si sentono impotenti non capendo reazioni, comportamenti e cambi repentini di umore dei loro ragazzi. Il mondo interno ed esterno da gestire diventa sempre più complicato, in modo particolare per gli adolescenti stessi, bisognosi di staccarsi dagli adulti di riferimento, di assaporare relazioni ed esperienze in totale autonomia, ma anche di sentirsi ancora protetti e direzionati dalle figure di riferimento adulte.

Chiudersi in camera senza parlare, non prestare più attenzione a casa, voglia di rischiare, iperattività o svogliatezza. Da cosa dipendono questi atteggiamenti della maggior parte degli adolescenti? Si è soliti pensare che queste espressioni siano dovute alla loro immaturità e all’aspetto generazionale che nulla di buono ha da dare a livello sociale ed affettivo. Si aprirebbero nuovi orizzonti di definizione dell’adolescenza se si pensasse che questa non è altro che una fase fondamentale e ben definita dello sviluppo della persona ove il potenziale intellettivo, il dominio emotivo e la necessità di relazioni orizzontali verso i pari sono importanti fattori di crescita e potenzialità della propria individualità futura.

Il cervello degli adolescenti lavora in modo diverso da quello degli adulti e dei bambini prima della fase pubere. Durante l’infanzia le strutture cerebrali sono molto flessibili e la plasticità del cervello è maggiore perché esso si trova coinvolto nel processo di crescita. Durante la pubertà, fase fondamentale tra i dieci ed i quattordici anni in cui iniziano la maturazione sessuale ed i cambiamenti esterni del corpo, la flessibilità del cervello viene meno e le singole regioni cerebrali acquisiscono compiti e funzionalità sempre più specifiche.

Ciò che causa i diversi cambi d’umore e comportamenti è la mancanza di equilibrio tra le attività delle varie aree del cervello, tant’è che la comunicazione tra i vari centri non è ancora ottimale. La gestione delle emozioni è altresì compromessa in quanto vi è una forte influenza dei processi ormonali attraverso i quali gli ormoni sessuali, rilasciati dalle ghiandole endocrine, permettono la trasformazione dei connotati esteriori con effetti importanti sull’ identità personale e sociale del ragazzo. 

La famiglia non è statica ma in continua evoluzione.

La famiglia non è da considerare come un qualcosa di statico, ma bensì come un microcosmo sociale in continua evoluzione in quanto attraversa al suo interno delle fasi cicliche che portano a cambiamenti naturali collegati alla crescita e agli accadimenti dei suoi membri interni.

Ogni cambiamento comporta il dover affrontare momenti di criticità per ottenere un adattamento migliore e per superare le fasi successive. Il passaggio tra una fase e l’altra può essere considerato un evento normativo, ossia in qualche modo aspettato, nodale ai fini dello sviluppo della famiglia stessa. L’adolescenza ad esempio può essere contemplata tra questi rituali di passaggio, e come ogni momento nuovo può creare problematicità nell’affrontare questa delicata fase di sviluppo.

I membri della famiglia possono incorrere anche in fasi non normative, vale a dire che potrebbero essere costretti a scontrarsi con eventi inaspettati, come ad esempio un lutto o una malattia improvvisa. Anche la separazione ed il divorzio rientrano tra gli eventi para-normativi, in quanto i componenti della famiglia devono superare momenti critici paragonabili al lutto, determinati dalla fine di un patto intimo e sociale che doveva durare per sempre.

L'importanza del ruolo dei genitori nelle diverse fasi di sviluppo.

Il ruolo dei genitori durante le diverse fasi di sviluppo dei figli è fondamentale oltre che per la loro crescita sana ed equilibrata, anche per le loro relazioni e la loro vita futura.

La qualità dei legami famigliari è tra le prime fonti di benessere della persona, tanto che quando si presentano situazioni di forte disinteresse e di distruzione emotiva da parte degli adulti sui figli si possono innescare in questi ultimi ripercussioni notevoli sulla loro salute psichica, fisica e sociale.

Vi è una forte correlazione tra i disturbi comportamentali dei ragazzi rispetto a quella dei genitori, in quanto dovrebbero rappresentare per loro dei veri e propri regolatori psicobiologici dello sviluppo, fungendo da cassa di risonanza emotiva e cognitiva importante per la crescita.

L’ambiente fisico ed emotivo ha influenze notevoli sui minori, tanto che si possono verificare difficoltà nella gestione delle macro transizioni che l’evento separativo può portare.

Modifiche importanti nell’organizzazione del sistema familiare.

La separazione ed il divorzio rappresentano una fase critica ed articolata del sistema familiare che conduce inevitabilmente a modifiche, spesso anche importanti nell’organizzazione del sistema stesso.

L’ex coppia coniugale, quando è anche coppia genitoriale, per superare la crisi deve trovare nuove modalità di funzionamento, di adattamento, di risoluzione dei problemi, di relazione, di ruoli e di regole.

Qualora non raggiunga livelli ottimali di riorganizzazione e non lasci andare il dolore per la fine del patto coniugale, potrebbe rimanere stagnata in rapporti conflittuali che si perpetuano a lungo, evidenziando importanti sintomi di disfunzionalità con ripercussioni su tutti i membri del sistema famiglia.

Cosa significa per un adolescente vivere in mezzo ad un divorzio burrascoso?

Essere coinvolti in una separazione cooperativa tra i propri genitori piuttosto che in una distante od ostile ha certamente delle ripercussioni diverse sul benessere dei figli. 

Si può condividere il dolore e il dispiacere con loro, ma non si può pensare di sostituirli ad amici o professionisti per avere supporto o compiacimento. La condivisione deve essere misurata e comparata all’ età e non deve essere di peso per la loro vita.

Vivere in mezzo ad un divorzio genitoriale burrascoso è deleterio in quanto può arrecare danni anche irreparabili per il futuro relazionale e psichico della prole. 

Nell’ultimo anno il numero degli accessi degli adolescenti ai servizi specialistici a loro dedicati come gli sportelli scolastici, gli studi privati o pubblici, il pronto soccorso o i centri di neuro psichiatria infantile sono raddoppiati rispetto agli anni passati. Ultimamente si è soliti imputare la colpa di tale fragilità adolescenziale all’isolamento dovuto al COVID, ma se si scava più a fondo si capisce che i bisogni e le fatiche degli adolescenti erano già presenti prima e spesso invisibili agli occhi adulti. Dall’ultima indagine presentata l’8 giugno 2023 da “Con i bambini” e condotta da “Demopolis” (Istituto Nazionale di Ricerche in Italia) è emerso che il 90% dei ragazzi intervistati tra i 14 e i 17 anni, mette al primo posto tra le cose più importanti della vita la famiglia. Questo non è un aspetto da sottovalutare perché rimarca il fatto di come i genitori e le figure di riferimento siano funzionali alla loro crescita ed al loro benessere. E’ altresì vero che gli stessi adolescenti considerano spesso gli adulti che si occupano di loro troppo deboli per riuscire a sopportare anche la loro fragilità.

Gli adolescenti per natura amano le provocazioni ed i rischi, richiedono libertà e autodeterminazione, sono impulsivi e spesso irritabili. Per questi motivi necessitano di essere compresi ed accompagnati in questa fase delicata del loro sviluppo.  Hanno bisogno di pazienza ma anche di regole, di parole che nominano le emozioni provate e di regolazione emotiva e sociale da parte degli adulti.

Nel prossimo articolo ci saranno 7 punti da tenere a mente con un adolescente quando ci si separa.

Alcuni libri consigliati:

“Nella testa degli adolescenti” di Eveline Crone, Feltrinelli Editore Milano, 2012.

“La verità sui figli e il divorzio. Gestire le emozioni per crescere insieme” di Robert E. Emery – prefazione italiana Vittorio Cigoli, Franco Angeli, 2004.

“Clinica del divorzio e della famiglia ricostruita”, di Vittorio Cigoli, Il Mulino, 2017.

“Vivere in due case. Manuale per affrontare il conflitto nelle famiglie separate.” di Alessia Di Paolo, Etabeta Editore, 2023.

Alessia Di Paolo

Alessia Di Paolo

è laureata con lode in Scienze dell’Educazione e della Formazione. Nel 2016 si è specializzata come Consulente Pedagogico Giuridico e Scolastico e nel 2019 come Mediatore Familiare. Da anni studia le dinamiche conflittuali soprattutto in ambito familiare avendone una visione puerocentrica.
Ha collaborato con il Consiglio della Regione Piemonte, il Garante per l’Infanzia e Adolescenza, gli Stati Generali Prevenzione e Benessere e l’AINSPED Piemonte alla stesura e realizzazione del progetto “Vivere in due case” per la diffusione delle risoluzioni alternative al conflitto familiare nelle scuole.