“Come ho superato la mia separazione?”
Me lo hanno chiesto e me lo sono chiesta più volte, aggiungendo un pezzo in più di consapevolezza dopo ogni mia risposta.
Così oggi posso rispondere con 4 parole che sintetizzano il mio percorso.
Il coraggio, la scelta, la responsabilità e la fiducia.
Non sono esattamente in ordine, ma una senza tutte le altre non mi avrebbe mai portato dove sono ora.
Inizio con il raccontarti che è stato “grazie” alla separazione che io ho finalmente deciso di farmi aiutare da una professionista. Eppure di problemi gravi nella vita ne ho avuti parecchi, l’ho raccontato poco tempo fa in un post sul mio profilo da coach: “ognuno di noi ha il suo personale percorso di vita”.
Funziona così per tutti, arriva un momento in cui diventa necessario.
Per me quel momento è stato la separazione da Ema e il fatto di ritrovarmi da sola a 36 anni con una bambina di un anno.
Il coraggio di affrontare un evento come la separazione
Un giorno non esattamente identificato ho preso coraggio e ho cercato un aiuto psicologico per affrontare la mia separazione.
Con lei, e successivamente con una mediatrice familiare, ho affrontato molti altri temi che mi preoccupavano e non avevo idea di come gestire.
Come per esempio spiegarlo a Chloe. Proprio su questa grande domanda “Come parlare della separazione ai figli” ci sarà un nuovo progetto. Lo presenteremo in un incontro online il 17 ottobre alle 21:30. Per partecipare entra e iscriviti.
Potevo non farlo, potevo continuare come avevo fatto fino a prima gestendo come potevo anche questo, ma per me è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Entrare in profondità rispetto al mio fallimento mi terrorizzava. Ma non avevo alternative. Per me era troppo da gestire emotivamente, psicologicamente e anche a livello pratico.
Non ero più io da sola con le emozioni da gestire e il lutto da elaborare.
Avevo una bambina di un anno e un ex con cui condividere la genitorialità per sempre.
Ho dovuto davvero farmi coraggio ad aprire quel vaso di pandora, ma mi è servito moltissimo a stare meglio. Non ero più sola contro il mondo e con tutto il peso sulle mie spalle.
Potevo fare diverse scelte rispetto al momento che stavo affrontando per la mia separazione.

Parlando con amici, conoscenti e persone che mi seguono o con cui sto lavorando la scelta della professionista adeguata è un tema ricorrente.
Non è semplice capire a chi affidarsi e da chi andare prima.
La maggior parte delle persone alla parola separazione abbinano l’avvocato.
Io decisi di andare invece da una psicologa.
Con le emozioni che stavo vivendo e con l’enorme senso di fallimento che provavo per la mia famiglia sfumata così velocemente, l’avvocato non mi è sembrato il professionista adeguato a quel momento.
(Se ti interessa il tema del fallimento abbinato alla separazione puoi acquistare il nostro libro “La separazione non è un fallimento” dove vengono affrontate le fasi della separazione attraverso le parole di Giulia Schena psicologa e psicoterapeuta e attraverso le storie delle persone che ho intervistato)
La scelta di elaborare la mia separazione prima di affidarmi ad altri professionisti è stata quella che ha salvato la nostra famiglia inaspettata.
Se fossi andata in quello stato da un avvocato non so cosa ne sarebbe venuto fuori sinceramente.
Non lo sapremo mai perché io ho scelto diversamente e per noi è stato molto funzionale nel lungo termine.
Ho lavorato su me stessa prima di immaginare la prospettiva di essere comunque una famiglia nonostante la separazione.
Fare un lavoro personale su me stessa mi ha permesso di diventare molto più consapevole di come erano andate le cose, di prendermi le mie responsabilità e con il tempo di togliermi il senso di colpa rispetto alla scelta che avevo fatto.
Io mi sono presa la responsabilità di cercare la mia serenità e il mio equilibrio nonostante la situazione.

Non potevo cambiare altro, se non quello che dipendeva da me ed era in mio potere.
Non avevo controllo sul mio ex, non avevo controllo sul passato, non potevo decidere come sarebbe stato il futuro, se non tramite le mie azioni e pensieri.
È stato uno dei momenti più complessi della mia vita.
Si sente tanto parlare del lavoro su se stessi, di quanto serva, di come porti a stare meglio. Ma nessuno ti dice chiaramente quanto cavolo è difficile.
Siamo così abituati a puntare il dito sugli altri, a giudicare ciò che non viviamo in prima persona che dover portare lo sguardo verso se stessi risulta faticoso e scomodo.
Però se non lo fai non avrai mai il potere e il controllo della tua vita.
Saranno i fatti e gli eventi a farlo al posto tuo e continuerai a girare come una trottola nelle stesse dinamiche e fatiche facendo come sulle montagne russe ogni volta che qualcun altro deciderà qualcosa al posto tuo.
Cosa mi sono portata a casa dal lavoro su me stessa dopo la separazione?
In questi anni, un piccolo pezzo alla volta, ho preso davvero in mano la mia vita.
Attenzione non sono mica arrivata, sto ancora camminando in quella direzione. Credo non smetterò mai.
Perchè guardarmi dentro grazie al supporto, all’accompagnamento e all’aiuto di validi professionisti oltre agli studi che ho fatto e continuo a fare (ora sto facendo un master in ciclicità e un’accademia di life coach con Orme di Luna) mi ha permesso di avere fiducia.
Fiducia nelle mie capacità.
I momenti complessi continuano e le difficoltà anche. Se non fossi consapevole delle mie capacità e non avessi fiducia in me stessa non potrei affrontarli come faccio ora.
È semplice? NO. Rimane sempre complesso affrontare eventi e ostacoli nella vita, ma avere consapevolezza in se stessi e conoscere i propri limiti permette di concentrare e direzionare le energie verso qualcosa che serve.
Conosco la sofferenza e il dolore e ci so stare. Ne ho voglia? Ma no, certo che no.
Ma conosco la differenza nella scelta tra affrontarlo, entrarci ed elaborarlo e il metterlo sotto un tappeto e tirare dritto.
Fino ai 36 anni io ho messo sotto andando dritta per la mia strada.
Ora sono 5 anni che ci entro e per la mia personale esperienza ne esco sempre che sto meglio.
Io scelgo di avere il coraggio di essere responsabile della mia serenità e di avere fiducia nelle mie capacità di gestire la vita e gli eventi nel modo migliore possibile per me.
(Ti ricordo che questa è la mia personale esperienza e che non è una ricetta valida per gli altri. Io con questo articolo ti ho solo raccontato come sono andate le cose per me)
A presto
Benedetta