Le famiglie separate, che poi diventano famiglie allargate, ormai sono una realtà molto comune e diffusa.

Eppure in Italia non hanno ancora pensato ad istituire la festa della Matrigna.

C’è la festa del papà, quella della mamma, la festa dei nonni, chissà forse pure quella degli zii (non lo so). E se ci fosse anche la festa della Matrigna?

In realtà questa ricorrenza in altri paesi viene già celebrata. Negli Stati Uniti è dal 2000 che, la domenica successiva a quella della festa della mamma, si celebra questa ricorrenza, grazie alla richiesta di una figliastra che, riconoscendo il rapporto costruito nel tempo con la sua matrigna, voleva avere l’opportunità di poter celebrare anche quel legame. Un legame non di sangue, ma pieno di amore.

Identificare un giorno, qualunque esso sia, da dedicare alle matrigne e ai patrigni, vorrebbe dire riconoscere il loro ruolo socialmente nel nostro Paese, questo permetterebbe quindi anche di valorizzare i contributi e l’amore che queste figure offrono nella costruzione di nuove famiglie. 

Ci vuole impegno per gestire una famiglia allargata, una famiglia ricostituita e per un buon risultato ci vuole l’impegno di tutte le persone coinvolte, perché non trovare il modo di celebrarle tutte?

Come mai parlare di istituire la festa della matrigna nel giorno della festa della mamma?

Spesso si casca nel tranello della narrazione negativa rispetto a questa figura ancora troppo poco compresa e accettata. Non mi stupisce visto che spesso la narrazione negativa e di fallimento parte proprio dalla parola separazione.

E, se è complesso vivere questo cambiamento in modo funzionale, figuriamoci come sia arrivare a ragionare sul ruolo della Matrigna come adulto aggiuntivo nella cura e crescita dei figli.

Cosa succederebbe se Mamma e Matrigna riuscissero ad avere un rapporto collaborativo invece che di conflitto?

So per certo che ci sono moltissime famiglie dove questa collaborazione tra i due ruoli funziona ed è un enorme valore aggiunto per tutti i membri di questa famiglia allargata e soprattutto per i figli o figliastri.

Sono anche conscia del fatto che ci siano, invece, situazioni dove immaginare una collaborazione tra Mamma e Matrigna sembra qualcosa di impossibile, assurdo e inconcepibile o addirittura dove non sia proprio possibile.

Con questo articolo, io, Benedetta di Famiglia Inaspetta e Lucia e Maria Elena di Vita da Matrigne, unite dallo stesso obiettivo, vogliamo portare alla tua attenzione i punti in comune che una mamma separata e una matrigna possono avere.

Abbiamo raccolto i pensieri rispetto alle nostre esperienze personali e alle condivisioni ricevute dalle nostre community (Famiglia Inaspettata e Vitadamatrigne) e ci siamo rese conto di quanti punti in comune ci fossero tra questi due ruoli che all’apparenza sembrano distanti e diversi.

Oggi in questo articolo l’intento è quello di provare a dare i due punti di vista: quello della mamma separata e quello della matrigna.

Vi porteremo all’interno dell’esperienza di una donna che diventa mamma, di una mamma che si separa e delle sue paure e interferenze rispetto a nuovi ruoli che, per forza di cose, iniziano a ruotare intorno alla sua vita e quella di sua figlia.

Vi porteremo all’interno dell’esperienza di una donna che si innamora di un papà separato, che improvvisamente si ritrova ad essere matrigna e delle sue paure e insicurezze rispetto a questo ruolo spesso messo da parte o reso invisibile.

I punti in comune rispetto all’esperienza di diventare Mamma e Matrigna

La nuova esperienza.

Si racconta la mamma.

Quando sono diventata mamma non avevo idea di cosa fare e come esserlo. Non danno il libretto di istruzioni insieme al figlio.

Cercavo di capire ed informarmi da libri, da video online o cercando sui blog di altre mamme.

Era complicato capire come esserlo. Ancora più difficile scegliere che tipo di madre essere viste le diverse idee a riguardo. 

Era un’esperienza completamente nuova e, giorno dopo giorno, ho cercato di capire come affrontarla, un piccolo passo alla volta.

Ho avuto, e tutt’ora ho, momenti in cui sono soddisfatta e orgogliosa di me stessa, oppure momenti in cui sono piena di dubbi e paure di sbagliare qualcosa. È così c’è poco da fare. Il ruolo di madre è complesso e questo nessuno te lo può spiegare abbastanza a parole. Solo l’esperienza ti rende consapevole. Ho capito infatti che non potevo essere perfetta e che comunque avrei sbagliato qualcosa. Ma l’importante è che cerchi di fare del mio meglio per essere la madre che desidero per mia figlia.

Si racconta la matrigna.

Quando mi sono innamorata non conoscevo a fondo il significato delle parole “sono stato sposato” ed “ho dei figli”. Non sapevo cosa mi sarebbe servito per entrare nella vita di una famiglia allargata. Non c’è nessun manuale, non ci sono regole da seguire, se non quelle già consolidate da comprendere e navigare. Sono diventata matrigna ancor prima di essere madre, misurarsi con la crescita e l’accudimento avendo a che fare con il figlio del mio compagno è stata una grande responsabilità! Mi sono sentita spesso come un elefante in una cristalleria: qualsiasi cosa si fa è sbagliata, qualsiasi cosa si dice non è appropriata! 

In punta dei piedi, senza occupare lo spazio di nessuno, ho preso le misure, e ho capito cosa è di mia responsabilità e cosa invece dei genitori dei miei figliastri. Questo mi ha aiutato a sentirmi libera di potermi esprimere e di portare il mio contributo per la crescita della nostra famiglia allargata.

La mancanza

Si racconta la mamma.

Quando mi sono separata ho iniziato a fare i conti con quei giorni in cui mia figlia era dal padre. All’inizio è stato molto complesso. La sensazione era di vuoto incolmabile.

Si perde la quotidianità che, ad un certo punto, si vive “al posto nostro” una nuova compagna.

Quello che si prova in quei momenti a volte fa perdere la lucidità, crea dubbi, porta rabbia.

“il mio ruolo di madre è al sicuro in quell’altra casa?” 

“Questa nuova figura femminile entrata nella vita di mia figlia mi toglierà qualcosa?” 

Sono tante le domande che arrivano alla mente.

Mia figlia, la prima volta che ha iniziato a vivere con un’altra donna, aveva circa un anno e mezzo. Mi è capitato di avere questi dubbi a volte. Erano pensieri irrazionali o che arrivavano da racconti di altri, da dubbi proposti da persone a me vicine che si insinuavano nelle mie più profonde paure e insicurezze rispetto a questo enorme cambiamento.

Chloe non ha mai confuso i due ruoli, nonostante fosse molto piccola. Io con il tempo e lavorando su me stessa ho imparato a starci in quella mancanza, ad ascoltarla, accettarla ed elaborarla. Ora la vivo bene se non in rari casi. 

Si racconta la matrigna.

So molto bene che il mio ruolo è diverso da quello della mamma, è fondamentale per me definire un confine e sapere cosa è possibile fare nel mio spazio. Ci sono stati momenti, soprattutto nelle fasi iniziali di costituzione della mia famiglia allargata, dove mi sono sentita invisibile, non ascoltata e alcune volte anche non apprezzata.  

Il giorno della festa della mamma è un giorno in cui percepisco maggiormente la mancanza di un riconoscimento del mio ruolo e mi ritrovo a metterlo in discussione, minando anche il rapporto con i figliastri. È vero che la festa della mamma è un giorno per riconoscere tutte le forme di maternità e i ruoli materni nella nostra società. Potremmo rientrare in questa categoria, ma è bene distinguere per poter riconoscere il valore di entrambe le figure.

Festeggiare lo stesso giorno sarebbe strano per me, visto che dal primo giorno in cui sono diventata matrigna ho avuto bisogno e necessità di tracciare una linea, di riconoscermi nel mio ruolo e ricordarmi più di una volta che i miei figliastri una mamma ce l’hanno e che il loro rapporto è ovviamente diverso da quello che potevo costruire io con loro. 

Sarebbe bello poter avere un giorno tutto nostro dove poter celebrare l’impegno e l’amore che dedichiamo alle nostre famiglie. È il momento di iniziare anche in Italia a festeggiare la festa delle matrigne (e dei patrigni!)

Interpretazione contro realtà

Si racconta la mamma.

Ogni pensiero che ho, ogni interpretazione che faccio di ciò che vedo o non vedo, di quello che ascolto, è un mio personale punto di vista. Ciò significa che (ci metto sempre tanto impegno per ricordarmelo) se non lo esprimo, se non chiedo un confronto o non domando, rimarrà sempre e solo un mio pensiero personale.

Molto diverso è invece dar voce a quel pensiero o interpretazione, Permette il confronto e apre la visione delle cose a diversi punti di vista.

Vi assicuro che mi è capitato molto spessi di pensare una cosa. Di provare a esprimere quel pensiero e grazie a quella condivisione capire che avevo interpretato e che la realtà era ben altra. Altre volte mi è capitato di sapere, grazie alla condivisione di pensieri o paure, che dall’altra parte c’erano esattamente gli stessi pensieri e paure. Il dialogo crea ponti, il silenzio muri.

Si racconta la matrigna.

Viviamo di interpretazioni, ci guidano nella vita di tutti i giorni. Spesso negli accadimenti nel mio mondo allargato, non mi rendo conto che vedo le cose per come sono fatta io, è solo il mio punto di vista, sono io a vederla proprio così quella determinata situazione, quel determinato comportamento della persona che mi è davanti. La mia lettura non è la realtà delle cose. Mi capita spesso quando mi vengono riportati o assisto ai comportamenti dell’ex del mio compagno, quando parlo con i miei figliastri o quando sono inviata dai miei suoceri.

Spesso sposo i pensieri anche degli altri, li facciamo diventare nostri. Tutto questo è una trappola e accorgersene permette di fermarsi, ripartire dai fatti e capire se quella idea che ci siamo fatti è utile e ci predispone bene alla situazione che dobbiamo affrontare. Le interpretazioni aprono e chiudono possibilità, a noi la scelta!

Tiriamo un pò le somme di questa condivisione tra i nostri due ruoli: mamma separata e matrigna.

Spunti di riflessione per vivere meglio questi ruoli

È possibile collaborare per un obiettivo comune: il benessere dei figli/figliastri. Se loro sono sereni e felici, lo siamo tutti! Con ruoli diversi, ma entrambe figure di aiuto, supporto e riferimento nella crescita dei figli/figliastri.

Come farlo?

Aprire un dialogo con al centro il benessere dei figli è importante e rende i due ruoli complementari. Se non è possibile farlo direttamente, può comunque essere portato avanti filtrato dal padre. 

Proviamo a modificare le comuni interpretazioni su questi due ruoli:

– il rapporto tra mamma e matrigna è conflittuale – il rapporto può essere collaborativo

– la matrigna è una strega cattiva – è una ulteriore figura di riferimento per i figli/figliastri

Cambiando punto di vista, si apre uno spazio dove la condivisione, l’ascolto e il dialogo è possibile, dove tutti possono essere sereni di contribuire a costruire una famiglia allargata che sia funzionale e serena.

L’amore si moltiplica in una famiglia allargata

Dove c’è rispetto dei ruoli, delle regole e della diversità, c’è posto e spazio per tutti.

Tendiamoci la mano, non lasciamo spazio alla competizione, collaboriamo insieme per il bene dei nostri figli/figliastri e per il progetto di vita delle nostre nuove famiglie.

Non è sempre possibile lo sappiamo, ma dove questo impegno viene prima di tante battaglie, la famiglia allargata può vivere serena.

Se ti va di darci la tua esperienza, un tuo punto di vista rispetto a questi ruoli scrivici oppure commenta l’articolo.

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