Articolo a cura di Benedetta Petralia con la collaborazione di diversi professionisti.

Lo spot della pesca ha portato alla luce diversi aspetti interessanti, ma oggi, in questo articolo ci focalizzeremo solo su alcuni punti provando a portare riflessioni e sguardi diversi.

Ci sarà il mio sguardo, quello di altri professionisti, quello dei genitori e dei figli.

Ricordiamo che sono solo pensieri e opinioni, non ci sono verità assolute, ma si riflette insieme su quello che ha smosso.

Quale riflessione possiamo fare rispetto alla narrazione della separazione fatta nello spot della pesca?

I punti principali sono:

  • Strumentalizzazione  della sofferenze e del senso di colpa come leva di marketing;
  • stereotipi e narrazione negativa 
  • il ruolo della bambina
  • portiamo la riflessione su noi stessi

La strumentalizzazione della sofferenza di una separazione

Il marketing, si sa, ha un obiettivo, avvicinare al brand le persone. Ma come in ogni situazione ci sono diverse possibilità. Loro hanno scelto quella di far leva su emozioni come il senso di colpa e la tristezza. È stata una loro scelta.

Potevano farlo in maniera differente e dare un messaggio diverso. 

Tecla Biotti, life&sex coach, porta nelle sue stories delle possibili alternative di raccontare una separazione.

Dice: “Esselunga poteva anche mostrare una narrazione in cui la bambina chiedeva alla mamma di comprare una pesca per il papà e poi nel momento in cui il padre veniva a prenderla scendere insieme alla mamma e darla assieme.”

Poteva avvicinare comunque le persone al marchio ma portare anche una visione più funzionale della separazione.

Il marketing esiste, ma si può scegliere come utilizzarlo. Sicuramente la pubblicità ha fatto molto parlare (e forse questo era l’unico l’obbiettivo)

Separazione e stereotipi

Come in ogni aspetto della vita umana che evolve nel tempo ci sono stereotipi e pregiudizi.

Anche la separazione ne è piena e io, insieme ad altri professionisti stiamo lavorando molto per portare una narrazione più vicina alla realtà, piuttosto che improntata sul racconto negativo e poco migliorativo nella vita delle persone che spesso ancora si usa.

Nessuno di noi nega che nella separazione ci sia sofferenza e dolore da parte di tutte le persone coinvolte, ma se si vuole portare un valore aggiunto nella vita delle persone la riflessione va portata su altri aspetti: quelli che hanno il potenziale di poter smuovere qualcosa nelle persone verso un miglioramento e portarle a flagellarsi per una scelta passata o complessa da prendere.

Ricordiamoci che del passato non possiamo cambiare nulla, ma nel presente e per il nostro futuro si.

Quindi la domanda che mi sono posta è

“Qual è il valore aggiunto che può dare questo spot riguardo al tema della separazione?”

Di per sé lo spot, a mio avviso nulla, ma qualcosa di importante lo ha fatto:

Ha toccato nel profondo moltissime persone e in maniera differente:

  • c’è chi si è sentito rappresentato da questo spot che finalmente non racconta solo ed esclusivamente la famiglia perfetta;
  • c’è chi si è sentito toccare nel profondo e ha provato sensi di colpa e dolore immedesimandosi in uno degli attori dello spot.

Cosa possiamo farci con quello che ognuno di noi ha sentito o pensato guardandolo?

Moltissimo. Perché ci racconta qualcosa di noi.

Io credo che l’unica cosa che possiamo salvare di questo spot sia lo spunto di riflessione verso noi stessi e il nostro sentire.

Il ruolo della bambina nello spot dell'Esselunga

Mi sono confrontata con alcuni professionisti, con voi genitori e con alcuni figli di separati e in molti abbiamo notato questo particolare:

il ruolo che ha la bambina in questo spot della pesca.

Ha un ruolo di mediazione e di ponte tra due genitori che non hanno un dialogo.

Come dice l’avvocato Alessandro Franceschini, esperto in diritto di famiglia,: “Lo spot della pesca sposta l’attenzione da un percorso che dovrebbero fare i genitori ad una sorta di responsabilità che si prende la bambina per cercare di riunire i genitori. Sembra che la figlia accorgendosi della totale mancanza di dialogo tra i suoi genitori usi la pesca per provare a farli tornare insieme”

Un altro interessantissimo spunto di riflessione e domanda che forse Esselunga si sarebbe dovuta fare è: che effetto avrà sui bambini questo spot?

Romina Schipano, mediatrice familiare e assistente sociale, dice: “Il mio primo pensiero è andato ai bambini che potrebbero, guardando questa pubblicità, sentirsi investiti del potere di salvare i propri genitori dalla separazione. Provando poi, se non ci riuscissero, immensa frustrazione.

In generale lo spot porta un brutto messaggio anche politicamente parlando facendo passare la separazione come un fallimento, e un male.

A volte la separazione è necessaria per non far crescere i figli nel conflitto.

In più, nella pubblicità, la bambina è portavoce di una comunicazione probabilmente assente tra i genitori ed è il  classico passaggio del bambino arbitro, bambino messaggero che viene utilizzato un pò nella comunicazione distorta in una famiglia separata.”

Questo spot di Esselunga come spunto di riflessione e di sguardo su stessi stessi.

Ho letto molti post  a riguardo.

Punti di vista diversi, a volte opposti tra loro.

L‘effetto che ha avuto nelle persone questo spot è quello su cui è importante focalizzarsi ora.

Ha aperto una voragine. Da tutto quello che è emerso si palesa il fatto che riguardo alla separazione ci sia ancora molto da elaborare.

Qui sotto alcune risposte che ho ricevuto dalle stories rispetto alla mia domanda: “cosa pensi dello spot della pesca?”

“Tristezza e delusione per quella bimba”

“Penso che aumenti i sensi di colpa di chi, come me ha deciso di separarsi”

“I figli non sono mediatori familiari”

“Sto valutando di separarmi e mi sono sentita un’egoista di m… (pressione sociale ne abbiamo?”

“Mi sono sentita investita di senso di colpa e pietà”

La separazione e il divorzio, per quanto molto comuni (chiunque di noi ha una separazione in famiglia o tra amici) hanno bisogno ancora di molto lavoro e elaborazione nelle singole persone.

La separazione è, si un fatto che riguarda le famiglie, ma spesso ciò che rende impossibile cambiare o migliorare qualcosa è che ci si focalizza sulla coppia, ex coppia.

Se ognuno di noi, singolarmente, facesse qualcosa verso un miglioramento, cosa succederebbe?

Prova a riguardare lo spot e notare cosa ti tocca dentro.

Quello è importante, a prescindere dal fatto che lo spot ti sia piaciuto oppure no.

Quello che ti sta toccando è ciò su cui è importante volgere il tuo sguardo.

Ringrazio tutte le persone che mi hanno scritto e dato il loro punto di vista e pensiero a riguardo.

Avere la possibilità di ascoltare voci diverse permette di ampliare lo sguardo sul tema.

Ringrazio tutti i professionisti che hanno dato un loro parere e con cui mi sono confrontata.

Ne cito alcuni  qui sotto, che trovate anche nell’articolo con il loro spunto di riflessione e pensiero. (cliccando sul nome trovate il loro profilo Instagram)

Tecla Biotti, Life & Sex Coach.

Alessandro Franceschini, Avvocato esperto in diritto di famiglia.

Romina Schipano, mediatrice familiare e assistente sociale

Benedetta Petralia coach e consulente del cambiamento

Benedetta Petralia

Coach e Consulente del cambiamento. Accompagna le persone nei cambiamenti di vita,  soprattutto nella separazione (nel periodo precedente, durante o dopo) portando l’attenzione sul momento attuale e accompagnando nel raggiungimento di obiettivi realistici e migliorativi.

Affiancando o mandando i propri coachee da professionisti idonei dove il coaching non risulti  adeguato o sufficiente alla persona.