Articolo a cura di Eleonora Piras puericultrice ed educatrice perinatale.
Avere un bambino rappresenta uno dei cambiamenti più grandi nella vita di una persona, uno tsunami che nel suo improvviso spostamento porta con sé emozioni ambivalenti: gioia e trasformazione, responsabilità e innamoramento, fatica e soddisfazione.
La nascita di un bambino segna l’inizio di un viaggio straordinario, fatto di sorrisi, pianti, notti insonni, situazioni che non ti aspetti, episodi che non sai bene come affrontare.
Fin dal momento in cui scopriamo di aspettare un bambino, tutto cambia.
Le priorità si trasformano sotto l’effetto di un polo completamente nuovo e le scelte quotidiane sono guidate dal desiderio di offrire al nuovo arrivato il meglio possibile.
Come genitori speriamo tutti di costruire un mondo familiare sicuro in cui i nostri figli possano crescere: un mondo che li sostenga e non vada in pezzi, possibilmente.
La crisi di coppia dopo l'arrivo di un figlio
Sono una puericultrice che lavora in libera professione e la maggior parte del mio lavoro la svolgo in consulenza domiciliare.
Incontro molte coppie di neo genitori e conosco da vicino quei desideri e quelle paure.
Diventare genitori cambia le dinamiche di coppia e familiari in senso allargato:
- la comunicazione diventa più faticosa sotto il peso della stanchezza;
- la capacità di adattarsi e lavorare insieme è messa alla prova.
Quando ci si perde su questa onda anomala ci si può sentire incompresi, soli, al limite del sostenibile con i nervi sempre più esposti.
Lo vedo spesso.
Mentre ci si impegna a crescere un bambino si scopre che si sta crescendo anche come individui e, nel cercare di trovare l’equilibrio tra la propria vita e le esigenze del piccolo, può arrivare la crisi di coppia.
Succede spesso…più di quello che si vede da fuori.
Affrontare la separazione da genitori di un neonato: la sfida nella sfida
Ti rivedi in questa descrizione?
È un asteroide che sfiora il progetto familiare, sfidando quel “per sempre, felici e contenti” che sembrava parlare proprio di noi.
Vista da fuori si potrebbe pensare che come neo genitori si stia affrontando la situazione in modo efficace, che si troveranno presto nuovi ritmi ma dietro le quinte la crisi potrebbe essere molto più seria, affondando anche in radici più antiche.
La perdita del sogno di una vita condivisa così precoce e la rinuncia all’idea di un futuro familiare insieme è sempre dolorosa: affrontare la separazione come genitori di un neonato è una sfida nella sfida… Di cui si parla ancora troppo poco.
Il neonato è una persona competente.
In questo articolo vorrei iniziare a mettere in luce i bisogni del bambino, raccontarlo come individuo competente fin dalla nascita perché spesso si tende a considerare il neonato come “uno scatolone vuoto”, troppo piccolo per rendersi conto di cosa succede intorno a sé.
Invece il neonato è ben equipaggiato, fin dalla gravidanza, di una serie di capacità cognitive, emotive e sociali che gli consentono di interagire con il mondo che lo circonda.
Queste competenze comprendono la capacità di comunicare, di apprendere, di stabilire legami affettivi, di cercare connessioni di regolazione e, grazie a queste, di imparare ad autoregolarsi.
Attraverso i genitori, i piccolissimi si misurano con il mondo esterno durante le fasi di massima crescita del loro cervello, e hanno bisogno di una “base sicura”.
Quando il bambino si sente sicuro e protetto, quando sente che tutto il suo mondo è stabile, sviluppa una solida base per l’esplorazione e la crescita emozionale e cognitiva.
Il ruolo genitoriale nel fornire una base sicura al neonato.
Il ruolo materno e paterno nel fornire una base sicura per il neonato è essenziale per lo sviluppo sano del bambino.
Una base sicura solida promuove l’autostima, la speranza nelle proprie capacità e la capacità di costruire relazioni positive con gli altri: di scoprire il mondo con fiducia insomma.
Mamme e Papà hanno ruoli diversi in queste primissime fasi, entrambi molto importanti.
Il ruolo materno è stato forse più studiato, per tanti motivi, dal dopoguerra ad oggi.
Molta letteratura è stata dedicata esclusivamente all’attaccamento madre-bambino ma sappiamo tutti come il ruolo del padre sia cambiato da allora, tanto che lo stesso Bowlby, (il “papà” della teoria dell’attaccamento) che si era concentrato sulla relazione primaria con la madre, ha poi scritto e pubblicato molto sull’importanza della relazione padre-figli.
Sempre lui, Bowlby, ci ricorda che nella prima fase della vita è molto importante un legame primario con una figura di attaccamento principale, solitamente la madre, ma può anche essere il padre o un altro adulto significativo
In questi primi passi nel mondo extrauterino i bisogni del bambino sono intimamente legati alle cure fisiche e affettive.
È proprio attraverso le cure affettuose e attente, attraverso un apprendimento emotivo, che si crea un legame di attaccamento sicuro che influenzerà positivamente il benessere e lo sviluppo futuro del bambino.
Cosa succede se la coppia scoppia con un neonato?
I neonati possono avvertire gli effetti della separazione e della perdita associati a un’interruzione del legame primario, cure discontinue e spostamenti multipli.
Quando lavoro con famiglie in crisi spesso vengo chiamata da genitori preoccupati perché i loro piccolini manifestano regressioni delle abilità acquisite di recente.
“non sarà, per caso, che risenta del nostro allontanamento?”
Il bisogno di sicurezza per affrontare il mondo scricchiola sotto il peso del conflitto
I neonati sentono con ogni organo di senso, sono in ascolto con tutto il corpo…ai più piccoli non sfugge nulla.
Separarsi bene è importante perché ogni bambino dovrebbe avere il diritto di essere pensato come persona coinvolta, diritto a che le sue esigenze di sviluppo siano tenute in grande considerazione nel prendere decisioni che lo coinvolgono e creare da lì piani genitoriali adeguati.
Che siate genitori in crisi passeggera o che abbiate già preso la decisione di separarvi il mio augurio è che i vostri bebè possano sentire sempre che entrambi i genitori li proteggeranno e che incoraggeranno la relazione dell’altro genitore con lui o lei senza strumentalizzare i propri ruoli, che possano sentire sempre che entrambi li aiuteranno a sentirsi al sicuro.
Eleonora Piras Puericultrice ed educatrice perinatale.
Da molti anni lavora accanto alle famiglie che cambiano e proprio loro l’hanno guidata ancora di più ad orientare il suo lavoro, mettendo al centro l’unicità di ogni persona che viene al mondo, così come lo è il contesto familiare che la accoglierà. Ama il suo lavoro e lo svolge con cura e passione, vicinanza e sostegno empatico in una dimensione aperta, non giudicante.